lunedì 7 dicembre 2009

Finanziaria 2010 e politiche per gli italiani all'estero

Assemblea plenaria CGIE: nell’ultima mattinata di lavori un richiamo alle drammatiche conseguenze sull’assistenza diretta e indiretta ai connazionali indigenti, se non vi sarà un recupero di risorse in sede parlamentare

ROMA – Si è discusso delle conseguenze dei tagli di risorse alle politiche per gli italiani all’estero, previsti nella legge finanziaria 2010, stamani nell’ultima mattinata di lavori della Plenaria del Cgie.

Conseguenze che rischiano di essere gravi specie per quanto riguarda l’assistenza diretta e indiretta a favore dei connazionali all’estero e per le ripercussioni sulle polizze sanitarie stipulate nel corso degli ultimi anni con diversi Paesi dell’America latina – Argentina, Venezuela, Colombia, Uruguay, Cilee Messico – a beneficio dei connazionali indigenti.

Il segretario generale del Cgie Elio Carozza – che aveva già manifestato nella relazione tenuta in apertura di lavori la preoccupazione del Comitato di presidenza per il taglio, nel 2010, di 6 milioni di euro ai fondi per l’assistenza diretta – afferma che “le polizze sanitarie attualmente in vigore devono essere mantenute al livello corrente”, vale a dire in favore dello stesso numero di beneficiari e per le medesime prestazioni sino ad oggi garantite. Egli chiede inoltre se la volontà espressa dal Cgie nell’ultimo anno, visti i considerevoli tagli di bilancio attuati dal governo, di concentrare gli sforzi per l’assistenza verso i connazionali residenti nei Paesi dell’America Latina abbia ottenuto risultati e invita, chiunque abbia notizia di malfunzionamenti nell’erogazione delle prestazioni, di presentare segnalazioni circostanziate e verificate nei fatti.

Maria Rosa Arona (Argentina), presidente della Commissione Sicurezza e Tutela sociale, ha rimarcato la riduzione dei beneficiari della polizze sanitarie nel suo Paese di residenza – dati menzionati anche nella relazione dei lavori della Commissione. Tale riduzione si è determinata a seguito dei tagli sui due capitoli di spesa rispetto alla cifre stanziate nel 2008 (28 milioni di euro): -47% per l’assistenza indiretta e – 22% per quella diretta. La Arona ricorda che, a seguito di questi tagli, “si è determinato uno spostamento delle richieste a carico del capitolo dell’assistenza diretta, vista la mancata copertura e possibilità di intervento di enti prima preposti allo scopo, lasciando in questo modo migliaia di persone senza un’adeguata protezione sociale”. Per menzionare le cifre – più volte ricordate nel corso di questo Cgie – viene segnalato che il bilancio 2010 includerebbe stanziamenti per le due tipologie di assistenza di 10 milioni di euro – rispetto ai 16 milioni di euro dell’anno in corso che si è riusciti a recuperare solo grazie ad uno “stanziamento suppletivo”. “In questa situazione drammatica, che necessita tutto il nostro impegno per fare in modo che si recuperino risorse, è difficile dire quali siano le priorità – afferma la Arona. Nonostante le polizze sanitarie con i Paesi già citati siano state rinnovate, così come segnalato dall’amministrazione, non sarà possibile, stando a queste cifre, mantenere invariato il numero di beneficiari (si calcola una riduzione del 40% dei destinatari), per questo è “assolutamente necessario un recupero dei fondi, nel corso del dibattito parlamentare sulla legge di bilancio, almeno equivalente a quanto fatto durante l’esercizio dell’anno 2008”.

Anche il vice segretario generale per l’America Latina, Francisco Nardelli (Argentina), concorda con la necessità di “mantenere almeno la stessa qualità delle polizze sanitarie sino ad oggi assicurate”, rimarcando come analoghi interventi assistenziali andrebbero prospettati, anche rispetto ad altri Paesi, come il Brasile. “La polizza è uno strumento indispensabile affinché ai nostri connazionali venga garantita un’assistenza che è un diritto alla pari dignità di trattamento – conclude Nardelli.

Carla Zuppetti, direttore generale per gli Italiani all’estero e le Politiche migratorie del Mae, ha ricordato come le polizze rappresentino senz’altro uno strumento di assistenza valida per i connazionali all’estero. “Pur essendo uno strumento funzionale e moderno non dobbiamo dimenticare che esso è però innestato su un capitolo di spesa che abbiamo constatato, nostro malgrado, in questi ultimi anni non essere continuativo” – ha detto Carla Zuppetti -. “Lo stesso recupero dei fondi allo scopo è un risultato che registriamo annualmente e che difficilmente dunque si presta al sostegno ottimale di questo sistema – ha concluso il direttore, chiarendo come queste osservazioni potranno giovare in futuro ad una considerazione e progettazione di interventi di più lungo periodo”. (V.P. – Inform)