domenica 3 gennaio 2010

Amarcord: ” la casta dei farnesini” e ” spiegare a noi come se ne avessimo bisogno..”

Gentile Signor Chiaberge,
vivo all’estero, Detroit, ed ho letto con grande interesse il suo articolo ma non perche’ dice cose nuove, almeno per noi emigrati, ma perche’ quelle cose sono state pubblicate da un grande giornale in Italia.

Le cose che lei dice e’ una vita che le dico e le ascolto tra la nostra gente. E’ una vita che tentiamo di far capire che questo comportamento e’ contro gli interessi degli emigrati italiani e dell’Italia tutta ma la casta dei farnesini e’ insensibile ai nostri suggerimenti e ai nostri diritti e continua sulla stessa strada.

Cosa ancora piu’ vergognosa e’ il comportamento degli enti che gestiscono i programmi della lingua italiana. Gestiscono centinaia di migliaia di euro e noi non sappiamo cosa ne fanno e non ne vediamo alcun beneficio nella comunita’. Il comportamento di alcuni di questi enti gestori e’ assolutamente vergognoso e nonostante le proteste nulla cambia anche per l’opposizione che alcuni consoli fanno ad ogni richiesta di trasparenza.

Cordiali saluti
Domenico Mancini – Detroit

http://riccardochiaberge.blog.ilsole24ore.com/2008/06/i-fannulloni-de.html

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Domenico Mancini (Comites Detroit): Serafini “il candidato ideale”?

DETROIT – Scusatemi l’osservazione, eh, ma questo si autodefinisce “il candidato ideale” e poi se n’esce con il tentativo di spiegare l’AIRE (vedi Inform n. 221, ndr)come se noi italiani all’estero ne avessimo ancora bisogno. E poi in questo modo? Ma scherziamo! Offensivo! E poi Dom Serafini si autodefinisce “il candidato ideale”? In base a che? A cosa? Ma abbiamo bisogno di uno che, tanto per cominciare, si è fatto chiamare, e continua a farlo, Dom? Cos’ha il suo nome intero che non può essere usato?

Ma soprattutto dov’è il suo programma? Cosa intende fare se eletto? E come è arrivato a formularlo, quando si degnerà di farcelo conoscere questo programma? In base a quali esperienze? Silenzio assoluto. Serafini è salito sul podio agli inizi del 2005, ora siamo a 162 giorni dalle elezioni e da Serafini Domenico non abbiamo ancora sentito una parola seria. Soltanto “quisquiglie, pinzellacchere”, come avrebbe detto Totò.

Serafini era un illustre sconosciuto fino a pochi mesi fa perché aveva scelto di pensare ai suoi affari, primum vivere deinde philosophare. Onesta scelta e lui era ed è padrone di farla. Se n’è stato fuori della comunità fino a che ha sentito le magiche parole: voto, elezione, Parlamento, stipendio, benefici, potere ecc. ecc,. si è accesa in lui l’insegna “business” ed è scattato come una molla per mettersi in mostra.

Ha fatto la valigia e si è messo in viaggio visitando varie città, incontrando consoli ed editori di pubblicazioni, inviando messaggi pieni di fumo e proclamando ai quattro venti di essere il “candidato ideale” e “il front runner” e ancora di essere “in pole position”. Forse i suoi consiglieri gli hanno detto “fai così e la stirpe italica finirà per crederci” . Mi sto convincendo che lui è stato il primo a crederci.

Mi ripeto, continuamente, che questo Serafini non andrà lontano perché noi siamo intelligenti, molto più intelligenti di quello che lui crede. Noi non meritiamo un tizio del genere, Sinceramente. Il solo pensiero che lui potrebbe essere un candidato, solo questo, mi tiene sveglio la notte.

Un salutone a tutti, anche a Domenico Serafini perché qui non c’è nulla di personale e, fuori della politica, siamo tutti emigrati e amici. Daccordo? (Domenico Mancini)

http://www.mclink.it/com/inform/art/art_05/05n22206.htm