sabato 26 febbraio 2011

il Vendicatore imbretellato come Gheddafi




C’e’ chi si sente “sorvegliato” e si lamenta perche’ gli altri sono dei vigliacchi che anonimamente lo attaccano, mentre lui agisce sempre esponendosi in prima persona. Vuole azioni concrete perche’ questo stato di cose non puo’ proseguire, si sente “osservato”.

Bene, giustissimo, a Detroit queste cose succedono veramente. E’ successo ad esempio che su un giornale, nel settembre 2007, sia stato pubblicato l’articolo che riproduciamo (errori inclusi). Ci sono marca-modello-colore e targa di un’auto, inclusi il nome del proprietario. Quella volta pero’ nessuno si era mosso, chissa’ perche’; quel signore (aveva forse scritto lui quell’articolo? chissa’, l’articolo non e’ firmato) non aveva chiesto spiegazioni. Nessuno aveva ravvisato violazioni di nessun tipo, tutto regolare, e quel signore che ora vuole chiarezza non si era preoccupato. Allora vorremmo suggerire a quel signore di aggiungere anche questo articolo agli altri che va in giro distribuendo dalla cartellina gialla, cosi’ magari sapremo chi va in giro a fotografare le targhe altrui, e staremo tutti piu’ tranquilli. Magari lui sa anche chi ha inseguito l’auto per scattare le foto, le ha inserite in un articolo (con il quale ha anche fatto una brutta figura, perche’ quelle targhe non sono personalizzate ma assegnate dal Dipartimento di Stato) e le ha fatte pubblicare. In fondo l’altro articolo pubblicato sulla stessa pagina l’ha scritto proprio un tizio che abita a Detroit e talvolta si sente osservato, forse lui ne sa qualcosa. O magari e’ solo un caso, forse il tizio che ha scritto l’articolo firmato su quella stessa pagina non sa chi abbia scattato le foto e scritto l’articolo che rende note a tutti le informazioni (definite serie, e certamente in grado di solleticare i malintenzionati): ci basterebbe una smentita, che ci vuole? E se invece l’autore del pezzo sopra fosse anche autore del pezzo sotto, allora sarebbe curioso conoscere la spiegazione di certe lamentele sulla violazione della privacy. Aziende serie come Google quando pubblicano le fotografie di targhe e volti ( in servizi quali Google Earth) oscurano cio’ che potrebbe comportare una violazione della privacy e della sicurezza delle persone: questo signore invece no, lui e’ andato a cercarsi un’auto per scattare e pubblicare una foto, scrivendoci sopra un articolo pieno di errori e rimediando una figuraccia. Noi pubblichiamo queste stesse foto perche’ ormai quella targa non esiste piu’. e’ stata sostituita proprio per la violazione della sicurezza verificatasi con la pubblicazione dell’articolo che leggete sotto. Coraggio, Lei che si sente osservato, spieghi anche questo agli italiani; anche le autorita’ che invoca continuamente troverebbero interessante il materiale ( e magari ne circola altro ancora). Attendiamo fiduciosi.

A proposito di misure di sicurezza
Chiunque che si reca al Consolato di Detroit deve esibire un documento di riconoscimento con tanto di foto prima che gli venga permesso di entrare nel consolato stesso da una guardia privata, armata, all’ingresso. Motivi di sicurezza, dicono. E sta anche bene. Non possiamo escludere che qualche terrorista tenti di fare un po’ di rumore in uno dei nostri uffici. Ma adesso viene il Signor Console che vuole “differenziarsi” dalla comune plebe e dire a tutti che si, lui è il Console. Allora quando esce dalla zona sicura del Consolato, si reca al parcheggio, sale sulla sua automobile. Mica una qualunque auto, eh. No, una bella Mercedes Clk 350, caio miei, e con targa personalizzata cpon scritto “CONSUL”. Come a dire ai “possibili” terroristi “Eccomi qui, sono io il capo missione” Sarebbe da ridere se non fosse così terribilmente serio